Lucano e la Calabria

Condivido punto per punto il pensiero di Emiliano Morrone (qui sotto) senza bisogno di aggiungere altro.

Lucano e la Calabria

La vicenda di Mimmo Lucano richiede molta prudenza. Nessuno può essere condannato o assolto per acclamazione, in uno Stato di diritto. Avevo deciso di non scrivere a riguardo, per rispetto dell’indagato e della magistratura, rispetto oggi fuori moda. Prima Considerazione: se ci fosse un reato di ingenuità, Lucano dovrebbe risponderne in ogni grado di giudizio. Seconda considerazione: Lucano non c’entra nulla con i papponi del Cara di Isola di Capo Rizzuto, specie quelli potenti e impresentabili rimasti nell’ombra. Terza considerazione: tra gli “io sto con Mimmo Lucano” ci sono svariati figuri che stanno in primo luogo con il sistema, i quali passerebbero perfino sopra la madre per brama di potere e di denaro. Quarta considerazione: Lucano è tirato per la giacchetta, il che non è affatto sano. Quinta considerazione: è giusto e doveroso aiutare i deboli, da qualunque parte del globo provengano, dunque non è umano né cristiano creare, come accade da un bel po’ di tempo, una guerra tra poveri. Sesta considerazione: non dubito della bontà di Lucano, ma qualche domanda sull’utilizzo strumentale del personaggio me la farei, perché non mi pare affatto che gli abbia portato Fortune. Settima considerazione: Lucano è visto come santo o come peccatore, ma c’è tanta gente in trincea senza lodi né sostegno, come esiste troppa gente che la passa liscia, pur compiendo atti di rara malvagità. Ottava e ultima considerazione: probabilmente il Tribunale della Libertà darà ragione a Lucano, e allora, anche se gli desse torto, tornerà la disputa virtuale tra lucanofili e lucanofobi, mentre la Calabria resterà terra di conflitti e problemi oscurati.