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Rapporto Ispra 2018: Disastro rifiuti in Calabria

Come sempre il governatore Gerardo Mario Oliverio ignora la disastrosa gestione dei rifiuti in Calabria, confermata dall’ultimo rapporto dell’Ispra che riporta i dati terribili del 2017, alla cui presentazione di ieri ho partecipato.

Perciò gli chiedo con urgenza un Iincontro istituzionale nell’interesse dei calabresi, augurandomi che stavolta non si renda sordo.

Il quadro dell’Ispra nel Rapporto Rifiuti Urbani 2018 è la prima cartina di tornasole del piano regionale del 2016, di cui ne attesta il fallimento netto, spaventoso e completo. I numeri non sono mai bugiardi, perciò la giunta Oliverio non può nascondersi dietro l’entusiasmo posticcio dell’assessore regionale all’Ambiente, Antonella Rizzo, né ripiegare nel silenzio perenne del governatore.

Nel dettaglio, la Calabria ha una percentuale bassissima di raccolta differenziata, pari al 39,7%, peraltro con uno scarso incremento rispetto al 33,2% del 2016. Solo la Sicilia, con il 21,7% di differenziazione, ha fatto peggio della Calabria, che per il 2017 rimane ben al di sotto della media nazionale del 55,5% e della media del Sud, corrispondente al 41,9%. Si consideri che, in base al decreto legislativo numero 152/2006, la percentuale di raccolta differenziata doveva raggiungere il 65% nel 2012.

A parte questo ritardo biblico, dal 2017 in Calabria non è operativo alcun impianto per il trattamento integrato anaerobico/aerobico dei rifiuti, mentre esiste ancora un inceneritore a Gioia Tauro. Nel 2017 i rifiuti urbani inceneriti, comprensivi di Css, della frazione secca e del bioessiccato ottenuti dal trattamento meccanico, raggiungono quasi 43.660 tonnellate. Si tratta del 6% del totale prodotto. Ancora, balzano agli occhi le 6.915 tonnellate, cioè il 16% dei rifiuti inceneriti, provenienti da processi di abbattimento fumi e da ceneri pesanti e scorie. È pazzesco.

In sostanza, il ciclo virtuoso dei rifiuti in Calabria non esiste affatto, con gravissime conseguenze per l’ambiente, la salute e le casse pubbliche.

La soluzione di Oliverio resta l’illegittimo ricorso alle ordinanze in deroga, l’utilizzo di discariche private, anche a discapito dell’agricoltura di qualità, delle migliaia di addetti e del relativo indotto, e il costosissimo trasferimento di spazzatura fuori regione, oggi molto più complicato, oltre che riprovevole.

4 Comments

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